Battaglia di Pantelleria 15.6.1942

Nel 1942 il piano inglese per soccorrere l’isola di Malta ormai allo stremo, consisteva in una doppia operazione che avrebbe dovuto rifornire l'isola attraverso due convogli che partirono ispettivamente dalle basi di Gibilterra e di Alessandria d'Egitto.

Il primo convoglio (operazione Harpoon) era composto da 6 mercantili (Troilus, Orari, Burdwan, Tanimbar, Kentucky e Chant), che, partito direttamente dalla Gran Bretagna, avrebbe dovuto rifornirsi a Gibilterra per poi trasferirsi a Malta, scortato dalla Forza X e da altre unità minori. La copertura era fornita dalla Forza H.

Il secondo convoglio (operazione Vigorous) era composto da undici mercantili scortati da un totale di 8 incrociatori, praticamente tutta la Mediterranean Fleet e avrebbe dovuto partire da Alessandria per portare i rifornimenti a Malta.

 

Quando il convoglio dei mercantili con tutta la scorta lasciò Gibilterra il 12 giugno, esso fu immediatamente avvistato degli agenti italiani che controllavano la zona. Immediatamente Supermarina e i comandi tedeschi predisposero tutte le contromisure di quella che appariva subito un chiaro tentativo in grande stile di portare soccorso a Malta.

La battaglia nota come Battaglia di Pantelleria fu in realtà solo la parte della battaglia di mezzo giugno che si svolse nel Mediterraneo Occidentale. In particolare, la Regia Marina, oltre alle forze navali di squadra, utilizzò sommergibili e MAS, e chiese la cooperazione della Regia Aeronautica e della X Luftflotte (CAT) di stanza in Sicilia.

Queste unità furono poste nello stretto di Sicilia, in agguato tra la Sardegna e Capo Bon. Il 14 giugno era salpata da Palermo la 7ª Divisione Navale (Incrociatori Eugenio di Savoia e Montecuccoli con la scorta dei CC.TT. Vivaldi, Malocello, Oriani, Ascari, Premuda) agli ordini dell'ammiraglio Alberto Da Zara, destinata ad operare direttamente contro le forze di superficie nemiche.

Lo stesso giorno il convoglio britannico fu oggetto dei primi attacchi delle forze aeree italiane provenienti dalla Sardegna e dalle forze aeree tedesche provenienti dalla Sicilia. 18 bombardieri, 32 aerosiluranti e moltissimi caccia si lanciarono in ondate successive sul convoglio. Un aerosilurante italiano affondò il Tanimbar, mentre un altro danneggiò gravemente il Liverpool. Il piano britannico prevedeva che il grosso della forza navale partita da Gibilterra (le due portaerei, il Malaya e gli altri incrociatori) scortassero le navi mercantili sino allo stretto di Sicilia e che quindi tornassero alla base affidando la scorta del convoglio ai soli cacciatorpediniere; solo all’ultimo fu aggiunto anche l’incrociatore A.A. Cairo. Secondo le valutazioni fatte dai comandi britannici gli italiani avrebbero utilizzato solamente dei MAS e delle siluranti. Ignoravano pertanto che la squadra italiana fosse in navigazione.

 

Così ridotta la squadra inglese fu intercettata alle 5:30 del 15 giugno dalle unità italiane dell'ammiraglio Da Zara, quando il Montecuccoli e l'Eugenio di Savoia aprirono il fuoco sulle navi in avanguardia poco a sud di Pantelleria.

Ed è qui che inizia il nostro scenario.

L’idrovolante RO43 lanciato dal Montecuccoli per dirigere il tiro, ha un’avaria alla radio ed è costretto a rientrate in Sicilia, senza poter svolgere il suo compito.

La squadra italiana dirige decisamente verso il convoglio nemico, mentre i cacciatorpediniere inglesi iniziano a stendere cortine di fumo a protezione dei mercantili.

Una parte dei CC.TT. inglesi, guidati dal C.T. Bedouin, si dirigono verso le navi italiane per attaccarle.

Mentre le navi italiane si preparano a respingere l’attacco.

Il Montecuccoli è colpito e si sviluppa un incendio a bordo, ben presto spento dalle squadre di emergenza. Inizia un contemporaneo lancio di siluri da parte dei CC.TT. Italiani ed inglesi.

Il C.T. polacco Kujawiak (C.T. inglese Cl. Hunt Type II ex HMS OAKLEY, ceduto alla marina polacca) al comando del Komandor P. L. Lichodziejewski, è colpito e subisce una grave avaria alle macchine che ne causa la fermata.

Alle 06,00 un caccia tedesco Bf 109 è abbattuto da un caccia inglese Beaufighter.

Nel frattempo lo scontro tra i CC.TT. si è risolto con gravi perdite da parte inglese, da parte italiana sul CT Premuda si sviluppa un incendio, ben presto spento e il CT Oriani è prima colpito ed incendiato e poi affondato definitivamente.

Gli inglesi subiscono la perdita di quattro CC.TT., mentre le unità italiane si avvicinano sempre più al convoglio.

Ben presto anche l’incrociatore inglese Cairo è colpito ed affondato, mentre i colpi subiti dalla petroliera Kentucky provocano lo scoppio di un violento incendio, successivamente domato dall’equipaggio.

L’Eugenio di Savoia, nave ammiraglia italiana, insieme a due CC.TT. manovra intorno ai mercantili inglesi. Mentre i due CC.TT. inglesi superstiti rinnovano il loro attacco contro le navi italiane riuscendo ad affondare il CT Vivaldi.

Le navi italiane ormai hanno campo di tiro libero sui mercantili inglesi, mentre il Il C.T. polacco Kujawiak tuttora immobilizzato e sfuggito miracolosamente a numerose bordate tirate dalle navi italiane, tenta disperatamente di riparare l’avaria alle macchine.

Ormai la scorta al convoglio inglese si è ridotta ai quattro CC.T. classe Hunt e a quattro dragamine, che cercano di proteggere le navi mercantili mediante la stesura di cortine fumogene.

Alle 08,30 un caccia italiano Fiat CR 42 abbatte il Beaufighter.

Le navi italiane serrano le distanze con il convoglio. Il C.T. polacco Kujawiak, dopo essere riuscito a riparare l’avaria in macchina, partecipa alla copertura con le cortine fumogene.

Purtroppo il Montecuccoli che, nel corso dello scontro aveva subito diversi colpi a bordo, invece di allontanarsi dal convoglio rimane a distanza ravvicinata, subendo ulteriori colpi che ne provocano l’affondamento.

Tra le 09,30 e le 10,15 entrano numerosi aerei delle due parti (2 Ju 87 ita, 1 Beaufort aerosilurante, 1 Hurricane, 3 Ju88 del II.LG1 (bombardieri in quota) e 1 Bf 109 del II/JG53). Il C.T. italiano Premuda a corto di combustibile (la sera prima non aveva avuto la possibilità di rifornirsi a Trapani), è costretto ad allontanarsi dal luogo dello scontro e a dirigere verso Pantelleria per rifornirsi.

Il Beaufort aerosilurante tenta di silurare il C.T. italiano Malocello che sta a sua volta lanciando i propri siluri contro un mercantile, ma viene abbattuto dal tiro antiaereo dell’Unità. Nel frattempo anche il FIAT CR 42 ottiene la sua seconda vittoria abbattendo l’Hurricane inglese.

Con i CC.TT. di squadra inglesi affondati, gli aerei dell’Asse superano le deboli difese antiaeree della scorta ed attaccano i mercantili.

L’attacco è devastante e due mercantili sono colpiti ed affondati, mentre uno è affondato dai siluri del C.T. Malocello, prima che uno Ju87 sganci le sue bombe.

Dei due Ju87 italiani, uno attacca e affonda un altro mercantile mentre l’altro è abbattuto da uno Spitfire inglese.

Un solo mercantile l’Ourari è sopravvissuto e si allontana verso Malta. La scorta subisce la perdita di un altro dragamine e di un CT Classe Hunt.

Il Me 109 tedesco abbatte lo Spitfire inglese.

Sono ormai le 11,30 e la battaglia è praticamente conclusa.

Decidiamo di finire qui lo scenario perché, con le ulteriori arrivi di aerei dell’Asse previsti anche l’ultimo mercantile superstite sarebbe comunque affondato.

La battaglia si conclude quindi con una vittoria Italiana.

Le perdite italiane sono state di un incrociatore leggero e due cacciatorpediniere.

Gli inglesi hanno perso un incrociatore A.A., 6 cacciatorpediniere, 2 dragamine, 5 mercantili.

L’eroico C.T. polacco Kujawiak è sopravvissuto alla battaglia.