Il battaglione alpini sciatori “Monte Cervino”

 

La Storia

Il 28 ottobre 1940 le truppe italiane in Albania varcano il confine con la Grecia iniziandone l'invasione; per combattere durante l'inverno nelle regioni montagnose della Grecia il 12 dicembre viene costituito in tutta fretta il battaglione alpini sciatori “Monte Cervino”.

Questa unità d'elite è formata da personale della Scuola Militare Alpina di Aosta e da membri del 4° reggimento alpini reclutati nelle montagne piemontesi.

Tutti gli appartenenti al neonato battaglione sono maestri di sci e di alpinismo e tra i vari requisiti per l'arruolamento c'è anche il celibato.

Con una forza iniziale di 320 uomini su 2 compagnie più una compagnia comando il battaglione combatte valorosamente fino al maggio del 1941 quando, per l'estremo assottigliamento dei suoi ranghi, viene sciolto.

Viene ricostituito nell'ottobre dello stesso anno, con nuove reclute provenienti da vari reggimenti alpini, per combattere sul fronte orientale.

Inizialmente destinato a combattere sulle montagne del Caucaso, un ideale teatro di operazioni per un'unità di sciatori e rocciatori, con grande disappunto, nel gennaio del 1942 il “Cervino” è schierato con il resto dell'ARMIR, nel sud dell'Ucraina, regione prevalentemente pianeggiante.

Il battaglione riceve il battesimo del fuoco sul fronte russo il 24 marzo del 1942 a Olovatka dove subisce ingenti perdite anche per la mancanza di una compagnia armi di supporto.

I suoi ranghi vengono così aumentati con l'aggiunta di armi d'accompagnamento e relativo personale.

Il “Monte Cervino” diviene così formato da una compagnia comando, due compagnie di fucilieri sciatori ed una compagnia armi di supporto con 2 plotoni di mortai da 81mm, 2 plotoni di mitragliatrici Breda M37 da 8mm e 2 plotoni di cannoni anticarro 47/32 “elefantini”; gli effettivi raggiungono così i 400 uomini. Le armi d'accompagnamento sono trasportate da una decina di camion ma, il più delle volte, per carenze croniche di carburante e pezzi di ricambio, da muli.

I “diavoli bianchi”, così vengono chiamati da amici e nemici, combattono strenuamente fino all'ottobre del 1942 quando il battaglione viene aggregato come scorta al quartier generale del corpo d'armata alpino.

In seguito all'offensiva russa di dicembre gli sciatori del “Cervino” vengono nuovamente inviati in prima linea per supportare il battaglione alpini “L'Aquila” impegnato nella battaglia di Ivanovka, il 22 dicembre, per il possesso dell'importante nodo stradale di Seleni Iar; durante quello scontro gli alpini sciatori, con assalti individuali, mettono fuori combattimento diversi carri T-34 sovietici con grappoli di bombe a mano, bottiglie incendiarie e mine anticarro.

Raggiunto di nuovo il comando di corpo i superstiti del “Cervino” iniziano la ritirata dal fronte russo il 14 gennaio del 1943 ma vengono presto catturati dalle truppe sovietiche.

Dei 564 uomini che hanno militato nel battaglione “Monte Cervino” 114 furono uccisi in azione, 226 furono dati per dispersi e gli altri furono fatti prigionieri dai russi; di questi ultimi solo 15 ritornarono in Italia dopo la fine della guerra.

 

Uniformi ed equipaggiamento

Gli alpini sciatori del battaglione “Monte Cervino” hanno un equipaggiamento moderno e pensato appositamente per i combattimenti in alta montagna, forse le uniche truppe italiane vestite adeguatamente per le rigide temperature degli inverni sul fronte russo.

Sopra l'uniforme ordinaria grigioverde, che indossano con il maglione a collo alto al posto della camicia, gli sciatori portano giacca a vento e sovrapantaloni impermeabili bianchi di taglio ampio.

Alcuni hanno in dotazione giacconi di montone senza maniche da portare sopra la giacca a vento come ulteriore protezione dal freddo.

Hanno passamontagna e guanti di lana bianca o grigioverde, berretti bianchi di lana da portare eventualmente sotto l'elmetto che è il consueto M33, dipinto in grigioverde e con le immancabili penna e nappina, ricoperto in inverno da un telino mimetico bianco; le penne sono nere per i militari di truppa, marroni per sottufficiali ed ufficiali inferiori e bianche per gli ufficiali superiori; le nappine sono rosse per militari di truppa e sottufficiali, color oro per gli ufficiali.

Ai piedi portano calzettoni di lana e stivali da sci con suola speciale“Vibram”.

Le giberne sono le standard in cuoio grigioverde o delle giberne speciali a quattro tasche in tela bianca (che con l'uso assumevano una tonalità beige); oltre a queste vi sono naturalmente tascapane e sacche per maschera antigas di tela cachi e l'immancabile borraccia ricoperta di panno grigioverde.

Le armi sono il moschetto 91/38 per armi speciali con baionetta ripiegabile o inastabile, moschetto automatico Beretta (MAB), pistole Beretta M34 e M35 da 8mm, pugnale, bombe a mano OTO e Breda e, come arma di supporto di squadra, la mitragliatrice leggera Breda M30 da 6,5mm.

Oltre a queste armi di fabbricazione italiana, sul fronte russo, venivano inoltre usate armi degli altri eserciti in campo, in particolare: mitragliatore MP40, pistola Luger da 9mm, stielgrenade di fabbricazione tedesca e l'ottimo mitragliatore sovietico PPSH.

 

Le Miniature

Non esistono in commercio miniature degli sciatori del battaglione “Monte Cervino” in 1/72 quindi ho dovuto ottenere i miei “diavoli bianchi” dalla conversione di altri soldatini.

I soldatini che ho utilizzato come base per i fucilieri sciatori e per i conducenti dei muli sono stati gli ottimi fanti della X MAS della “Waterloo 1815”; alcuni hanno già un giaccone mimetico molto simile nella foggia alla giacca a vento degli sciatori del “Cervino”; altri hanno una comune giubba cui ho asportato con il cutter le tasche antero-inferiori ed ho riempito con colla vinilica o stucco gli spacchi laterali ed anteriori.

Per i serventi delle armi di supporto e per i membri del gruppo comando ho utilizzato, sempre della Waterloo 1815, i soldatini della “Folgore” ad El Alamein ai quali ho allungato le maniche con strati di colla vinilica.

Le teste sono state tutte rimpiazzate da testine provenienti dagli alpini italiani e, per quelle con berretto di lana, dai “commandos” inglesi della ESCI-Italeri (tra l'altro lo scultore dei soldatini delle varie scatole utilizzate è il medesimo cosicchè teste e corpi si sono armonizzati bene).

I muli sono quelli dagli alpini ESCI-Italeri; il cannone 47/32 e la Breda M37 sono sempre della “Folgore” ad El Alamein della Waterloo 1815; il mortaio da 81mm è tedesco della HAT.

 

La pitturazione

I colori utilizzati sono tutti acrilici, previa mano smalto Humbrol matt 34 (bianco) utilizzato come primer.

 

Scarpe: Vallejo 871 leather brown (marrone scuro); Humbrol acrylic matt 33 (nero), Citadel rhinox hide (marrone scuro)

Giacca a vento, pantaloni, telino mimetico per elmetti e berretti di lana: Vallejo 951 white (bianco)

Collo maglioni: Lifecolor UA 077 feldgrau (grigioverde); Vallejo 920 german uniform (grigioverde); Andrea color NAC-04 field grey (grigioverde)

Guanti: beige chiarissimo ottenuto con 50% di Vallejo 918 ivory (avorio) e 50% di Vallejo 986 deck tan (marrone-grigio chiaro); Lifecolor UA 077 feldgrau (grigioverde); Citadel dawnstone (grigio medio)

Volti:Vallejo 955 flat flesh (color carne)

Capelli e baffi: Vallejo 871 leather brown (marrone scuro); Vallejo 873 US field drab (marrone medio); Humbrol acrylic matt 33 (nero)

Elmetti grigioverdi: Andrea color NAC-04 field grey (grigioverde), Lifecolor UA 077 feldgrau (grigioverde), Humbrol acrylic matt 86 (verde oliva)

Cappelli alpini: Lifecolor UA 511 hellgrun (verde oliva chiaro) con striscia Lifecolor UA 507 graugrun (grigioverde scuro)

Penne e nappine: Humbrol acrylic matt 33 (nero), Vallejo 871 leather brown (marrone scuro), Vallejo 951 white (bianco) e Citadel blood red (rosso)

Giberne: Lifecolor UA 507 graugrun (grigioverde scuro), Lifecolor UA 077 feldgrau (grigioverde), beige chiarissimo ottenuto con 50% di Vallejo 918 ivory (avorio) e 50% di Vallejo 986 deck tan (marrone-grigio chiaro)

Borracce: Lifecolor UA 142 olive grun (verde oliva chiaro); Lifecolor UA 077 feldgrau (grigioverde); Humbrol acrylic matt 27 (grigio scuro)

Legno di moschetti e fucili mitragliatori:Humbrol acrylic matt 186 (marrone rossiccio)

Parti metalliche:Puravest-Toffano canna di fucile (metallo brunito)

Tascapane e giberne portacaricatori fucili mitragliatori:Vallejo 987 medium gray (marrone-grigio medio)

Sacca per maschera antigas: Humbrol acrylic matt 93 (color sabbia)

Impugnatura baionette, manici stielgranade e cinhgie moschetti: Vallejo 873 US field drab (marrone medio)

Parti in oro: Vallejo 878 old gold (oro)

Muli:

Vello:Humbrol acrylic matt 186 (marrone rossiccio); Citadel mournfang brown (marrone rossiccio); Vallejo 873 US field drab (marrone medio); Vallejo 825 german cam. pale brown (marrone medio), Humbrol acrylic matt 110 (marrone chiaro)

Garretti: Vallejo 918 ivory (avorio); Humbrol acrylic matt 33 (nero)

Zoccoli:Citadel dawnstone (grigio medio)

Muso: Vallejo 918 ivory (avorio)

Finimenti in cuoio: Citadel rhinox hide (marrone scuro)

Criniere e code: Humbrol acrylic matt 33 (nero)

Coperte: Vallejo 819 iraqui sand (color sabbia chiaro)

Scatole munizioni: Lifecolor UA 077 feldgrau (grigioverde); Vallejo 920 german uniform (grigioverde); Andrea color NAC-04 field grey (grigioverde) con parti metalliche Puravest-Toffano canna di fucile (metallo brunito) e corde Vallejo 986 deck tan (marrone-grigio chiaro)

Cannone 47/32:

Parti in grigioverde: Vallejo 920 german uniform (grigioverde) con lavaggio Humbrol acrylic matt 33 (nero) e dry-brush Vallejo 987 medium grey (grigio-marrone chiaro)

Parti bianche: Vallejo 951 white (bianco) con lavaggio Vallejo 920 german uniform (grigioverde) e dry-brush bianco

Pneumatici: Humbrol acrylic matt 33 (nero) con dry-brush bianco

Riflessi metallici:Citadel boltgun metal (metallo brunito) e Citadel mithril silver (argento)

 

Dopo la pitturazione con i colori di base su tutte le miniature è stato applicato un lavaggio con colore ad olio Maimeri terra d'ombra naturale; dopo 24-48 ore, 1 dry-brush con i colori di base (per il bianco e l'avorio 3 passaggi di dry-brush); successivamente una mano di trasparente opaco smalto Model Master; infine un ultimo dry-brush con Citadel boltgun metal (metallo brunito) e Citadel mithril silver (argento) sulle parti metalliche e di Vallejo 878 old gold (oro) sulle parti in oro

 

Imbasettamento

Dopo aver incollato le miniature su un cartoncino ho eseguito un pareggiamento del piedistallo di plastica dei soldatini con stucco vinilico (per evitare che lo stucco essiccando pieghi il cartoncino è meglio impermeabilizzarlo precedentemente con 1 o 2 mani di un colore a smalto).

La basetta così ottenuta è pitturata con 2 o 3 mani di Citadel white scar (bianco).

Successivamente si attacca con colla vinilica un primo strato di “neve” fatto con 50 % di sale fino e 50 % di bicarbonato e si lascia asciugare per 24 ore.

A questo punto si rimuove con un pennellino morbido la “neve” in eccesso e si incolla un secondo strato di “neve” fatta con il preparato “effetto neve” della Prochima utilizzando il suo collante apposito a base vinilica (attenzione a spargere l'effetto neve della prochima indossando una mascherina perchè tra i suoi componenti vi sono microparticelle di vetro che è meglio non inalare). Dopo aver atteso altre 24 ore si toglie anche l'eccedenza del secondo strato di “neve” sempre con un pennellino morbido.

Infine si possono incollare ciuffetti di cespugli con cianoacrilato; io uso quelli dalla Mininatur nelle varianti giallo, marrone, verde.